martedì 26 novembre 2019

Luca Ronconi e gli spettacoli di Siracusa

“M’impressiona - sono le parole del regista - il suo  rapporto fortissimo con la contemporaneità, la sua attualità infinita. Nella storia del teatro esistono, secondo me, solo due grandi momenti, quello greco e quello barocco. Il resto non è che una serie di dosaggi di quelle due forme perfette, originali e assolute. Quando il teatro diventa drammaturgia del soggetto la cosa si fa povera. Il che non significa che non sia bella. Tre sorelle di Cechov è un testo magnifico, ma paragonato alle Baccanti è teatro della povertà. E non teatro del respiro, dell'energia possente”.
 .


 Ronconi propone nel 2002 per conto dell' INDA e grazie alla coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano una trilogia formata, insolitamente, da due tragedie, Prometeo incatenato di Eschilo e Baccanti di Euripide, e una commedia, Rane di Aristofane. 
 Nel Prometeo tutti i personaggi sono figure divine o semidei, e gli uomini sono evocati solo come destinatari del dono della tecnica fatto da Prometeo, portatore del fuoco. Ma più che della liberazione di Prometeo, si parla della fine di Zeus, del crepuscolo degli dei. Baccanti si svolge in una città (una di quelle a cui Prometeo ha fatto il suo dono) alterata e distrutta da un dio che però non ha più niente di olimpico (gli dei di quel tipo sono morti). In Rane il protagonista è lo stesso di Baccanti, Dioniso, che è anche nume di riferimento del teatro: dai temi politici e religiosi si passa a quelli estetici e culturali. È la vendetta del genere comico affidata alla lotta tra due tragici, Eschilo e Euripide, autori di Prometeo e Baccanti. C’è, ancora una volta, una città: l'Ade in cui Dioniso compie il suo viaggio ne è una metafora. È regno dei morti che specchia il mondo vivo, con situazioni legate alla realtà terrena, con gli stessi politici corrotti.


Conversazione con Luca Ronconi Intervista dal programma di sala (Prometeo)


Qualche recensione critica sulle rappresentazioni siracusane del 2002


Bibliografia/sitografia:
L. Bentivoglio, Il Teatro Greco si fa in tre, in La Repubblica, 9 aprile 2002

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