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Ronconi propone nel 2002 per conto dell' INDA e grazie alla coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano una trilogia formata, insolitamente, da due tragedie, Prometeo
incatenato di Eschilo e Baccanti di Euripide, e una commedia, Rane di Aristofane.
Nel Prometeo tutti i personaggi sono figure divine
o semidei, e gli uomini sono evocati solo come destinatari del dono della tecnica fatto da Prometeo,
portatore del fuoco. Ma più che della liberazione di Prometeo, si parla della fine di Zeus, del
crepuscolo degli dei. Baccanti si svolge in una città (una di quelle a cui Prometeo ha fatto il suo
dono) alterata e distrutta da un dio che però non ha più niente di olimpico (gli dei di quel tipo sono
morti). In Rane il protagonista è lo stesso di Baccanti, Dioniso, che è anche nume di riferimento del
teatro: dai temi politici e religiosi si passa a quelli estetici e culturali. È la vendetta del genere
comico affidata alla lotta tra due tragici, Eschilo e Euripide, autori di Prometeo e Baccanti. C’è,
ancora una volta, una città: l'Ade in cui Dioniso compie il suo viaggio ne è una metafora. È regno
dei morti che specchia il mondo vivo, con situazioni legate alla realtà terrena, con gli stessi politici
corrotti.
Conversazione con Luca Ronconi Intervista dal programma di sala (Prometeo)
Qualche recensione critica sulle rappresentazioni siracusane del 2002
Bibliografia/sitografia:
L. Bentivoglio, Il Teatro Greco si fa in tre, in La Repubblica, 9 aprile 2002
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